La Nostra Associazione per continuare ad esistere applicò quanto previsto dalla legge Crispi e si costituì Ente Morale con Decreto del Re a decorrere da Giugno del 1926. Questa nuova veste giuridica burocratizzò la nostra Associazione e da allora incominciarono i controlli da parte della Prefettura, controlli per i quali ben presto si adeguò ad eseguire.
Se da una parte l’indipendenza e l’autonomia della Pubblica Assistenza era finita, ciò che rimase intatto fu il tradizionale antagonismo nei confronti dell’Arciconfraternita di Misericordia, come testimoniano le “polemiche” emerse nel 1927 quando il Comune dispose in occasione del Palio la divisione della Piazza del Campo in due settori, divisione che permane fino ad oggi.
La rapidità di sviluppo dell’Associazione, eretta in Ente Morale il 25 giugno 1926, ben presto impose il problema di una nuova scelta, che contrastava con le misere disponibilità della cassa sociale. Qui torna a pennello la sentenza di Sallustio, quando dice: “Nella concordia anche le piccole cose sviluppano nella discordia, anche le più gravi vanno in rovina!”. Fu proprio la compattezza dei soci che fece il miracolo! Con grandi sacrifici fu acquistata nel 1929 la sede in Via del Paradiso. Coincidenza strana delle cose! Il locale, faceva parte del Convento delle Terziane Domenicane, vale a dire delle Mantellate come si chiamavano a Siena, per il lungo mantello nero che portavano sull’abito bianco. Qui dove la più grande figlia di Siena, Santa Caterina, pregò ed esercitò con le sue consorelle le opere di misericordia, regna ancora la legge dell’amore.