Una città, Siena, che ha sentito il bisogno di esternare il saluto cortese a chi la degna di una visita, con il motto “Cor magis tibi Sena pandit”, scolpito a grandi lettere in una delle sue porte principali, dimostra l’ alto livello di sensibilità umana dei suoi abitanti.
Anche Fazio degli Uberti, rimasto colpito dalla gentilezza senese ha cantato: “Noi ci traemmo alla città di Siena la quale è posta in parte forte e sana di bei costumi e di leggiadria piena di vaghe donne e d’ uomini cortesi e l’ aere è fulgida e serena”.
Dal sorgere del suo glorioso comune fino ad oggi, Siena è stata feconda generatrice di iniziative filantropiche che le fanno onore tutt’ oggi, e che la pongono fra le città più qualificate d’ Italia in fatto di istituzioni assistenziali.
Un gruppo di volenterosi cittadini, il 18 novembre del 1893, con il cuore ardente per gli alti ideali della fratellanza e della solidarietà umana, si riuniva in un modesto locale di Via del Refe Nero per dar vita alla loro attività di “volontariato”. Ma come disse Dante: “poco favella gran fiamma secondo”, l’ esempio d’ altruismo di questi generosi spronò altri ad unirsi a loro facendo mutare nella mente dei promotori l’ idea di fondare una vera e propria associazione di pubblica assistenza.
E’ commovente dopo tanti anni leggere il manifesto con il quale si faceva appello ai senesi di aderire alla loro iniziativa per concretizzare nell’ azione gli alti ideali del loro programma.
La Città non deluse i benemeriti promotori e l’ adesione al nascente sodalizio fuse in una stretta collaborazione rappresentanti di tutte le classi sociali con una lusinghiera rappresentanza di giovani sempre generosi ed ardenti.